Aspetto da lei lettere, se debba accomodar per concordato, che credo si ridurebbe a scudi 40 da £ 7 l'uno, con questo che sborsi anco per gl'anni decorsi.
Ho presa la pacienza di leggere il libro di Antonio Rocco contra V. S. e suoi Dialoghi(72). È necessario ch'essa lo vegga. Ne volevo mandare uno, ma saputo che dallo stampatore ne sono stati mandati a Firenze, mi è parso superfluo, perchè V. S. l'haverà certo havuto. L'autore qui è stimato un gran peripatetico monoculus, e mi pare in vero che mentre si sta in cianze et termini si porti da valente, ma quando si viene a cose, scappi con non le toccare o prenderle in senso che possi sopra ciarlare. Il credito però che ha, nicessita V. S. a pensarci nella stampa de' nuovi Discorsi, aspettati da me con desiderio infinito, come anco la sua persona. L'Ecc.mo Procurator Venier(73) le fa cortesissimi saluti, et io li bacio le mani.
Ven.a, 28 Gen.o 1634.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maS.r Galileo.
Dev.mo Ser.
F. Fulgentio.
2862*.
.... ai CARDINALI DELLA CONGREGAZIONE DEL S. UFFIZIO in Roma.
[Siena, gennaio 1634]
.
Cfr. Vol. XIX, Doc. XXIV, b, 90).
2863.
NICCOLÒ AGGIUNTI a GALILEO in Firenze.
Pisa, 1° febbraio 1634.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 11. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron mio Col.mo
La proposta di V. S. Ecc.ma circa la percossa è veramente mirabilissima, e quando sia dimostrata porta seco conseguenze non meno ammirande, tra le quali una pare a me che sarà questa: che qualunque anco lieve percossa haverà forza infinita, perchè, proposto qualsivoglia grandissimo peso, potremo trovare un tal resistente nel quale una leggier percossa opererà non meno che la premente gravezza del proposto grandissimo peso(74). Io confesso che, se bene mi è passata per la mente qualche probabil coniettura che il negozio passi come ella dice, tuttavia mi son sentito nell'istesso tempo sorgere e pullulare per tante bande difficultà e dubitazioni, che io son restato come balordo et insensato, e non mi è restato altro segno vitale se non un immenso desiderio di guarire di questa stupidezza; che perciò sento passione grandissima di non poter venire a ricever dalla sua bocca e senso e vita.
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