Starò dunque aspettando(110) le persone, e tratanto i comandamenti loro da me desideratissimi, mentre con reverente affetto gli bacio le mani e prego felicità; il quale offizio mi farà grazia passar V. S. con la S.ra Polissena(111), e con tutti di casa sua.
D'Arcetri, li 14 di Feb.o 1633 ab Inc.eDi V. S. molto Ill.re
Dev.mo et Ob.mo Ser.reGalileo Galilei.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.re e Pad.ne Col.moIl Sig. Cav.r Gianfr.co Buonamici.
Prato.
2879*.
BONAVENTURA CAVALIERI a GALILEO inArcetri.
Bologna, 14 febbraio 1634.
Blbl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 53. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.o
V. S. Ecc.ma si querela meco ch'io non habbi con quella energia proclamato la impertinenza e stoltitia dell'autore(112) del libro inviatoli, che la conditione di quello richiedeva, o che io habbi mostrato di farne qualche conto; nel che confesso di esser veramente andato alquanto rimesso per non dir troppo, trapassando la sua insolenza ogni termine, e scoprendosi più che chiara la sua incapacità e stupidezza. La fretta con la quale io scrissi non mi diede campo di poter al vivo rapresentarli come l'autore non mi era sembrato altro che quello che a lei è parso: mi spedii con dire, se pur mal non mi ricordo, che mi era parso pieno di sciocherie e di spropositi; e così di nuovo le confermo, nè ho mancato, ragionando con altri, di rapresentarlo per tale: nè creda che appresso di me habbi aquistato un minimo che di stima, ma sì bene all'opposito ne ho formato un concetto di insolentissimo et ignorantissimo pedante.
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