Di Pisa, il dì 22 di Febbraio 1633(140).
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
Ho indugiato a mandargli i cantucci, perchè pensavo poter havergli migliori; ma è stato forza pigliargli come si trovano. Con la prima occasione di navicellaio, gl'invierò al Sig.r Dino(141).
Obblig.mo e Devot.mo S.reNiccolò Aggiunti.
Fuori: Al molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron mio Col.moIl Sig.r Galileo Galilei, Fil.° e Mat.co prim.io di S. A. Ser.ma
Firenze.
2892**.
DOMENICO CITTADINI a GALILEO in Firenze.
Siena, 24 febbraio 1634.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. X, car. 123. - Autografa.
Molto Ill. ed Ecc.mo mio S.r Col.mo
Quasi nell'istesso tempo ricevei la gentilissima lettera di V. S. e quattro fiaschi di verdea, mandatimi per parte di V. S. dal S.r Maestro di casa di M.r Ill.mo Arcivescovo(142), quale mi è stata in più conti gratissima, e per la sua squisitezza e per essere arrivata in tempo che la potei godere con alcuni parenti, l'istessa mattina che arrivò erono a desinar da me. Ben è vero che la gola mi fece patir il fio di non voler contentarmi di un sol biccheri, nè mi valse alzar il piedi, chè la gotta se ne sentì. Ne rendo a V. S. le debite grazie; ma vorrei che sì come ella mi accresce continuamente di obbligationi verso di lei, così mi dessi occasione con i suoi comandamenti di qualche sollievo a tanti debiti. Insomma questa desiderata vecchiaia vien sempre in compagnia di mille travagli: a tollerargli in patienza!
Spero partir tra quattro o sei giorni per Pescia, e al ritorno far cotesta strada; quando non per altro, per vedere e riverir V. S., che tanto stimo e tanto le devo.
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