Maladetto interesse di Corte, che fa perder l'humanità, non che la civilità. Non veggo nel suo discorso altro che discorsi verbali e topici contro il sodo dell'opera di V. S., e le confutationi ove più preme mi paiono tutte fondate in suppositioni di quello che si disputa. O che non intende ciò che ne' Dialoghi sia cielo, o che finge quell'antica e rancida cepolata o scatolata alla tedesca, ove le scatole stanno chiuse e sode dentro l'una l'altra, per haver bel campo di sillogizare; et ha opinione, che ovvonque si move un corpo, ci lasci, come la lumaca, un altro corpo. Mi è parsa ben goffa, ridicola e pazza l'imaginatione, che un globo che fosse mosso per moto retto non possi dare nel circolare se non trova un corpo sopra cui, per la ressistenza al passar oltre, acquisti il moto circolare: filosofia imparata dal trottolo o ruzzola. A questo modo li globi celesti per moversi hanno bisogno di terribili tavolazzi.
Il pensiero di V. S. di non far altro che note brevi e marginali al libro mi piace, e si potrà far ristampare con quelle. Ma perchè in alcuni luoghi la margine non bastarà, direi che facesse legare il libro con alcune carte bianche fra mezo li fogli, chè così haverà comodità di notare il puoco o 'l molto, e puoi si rissolverà. È però conveniente nelli Dialoghi che prepara, far una buona passata sopra la creanza de' pedanti. È V. S. constituita in posto, che per necessità deve servir alla sua gloria, che non può mancare, et all'avanzamento della filosofia; et in amendue è tanto inanti, che non vi è più potenza che vi si possa opponere.
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