La prego comunicarmile, perchè io ricevo dale cose (sic) tutto il gusto che posso ricercare nell'opere d'altri vanamente. Il suo Dialogo, stia sicura, sarà posto in tutte le lingue. Ma conviene partorirli li fratelli. La postilla è la 75. Io credo che di quelle potremo far un libretto; et come le habbia, lasci pure la cura a me, chè le farò vedere. Ma perchè non le doveremo stampare? Veggo che V. S. non ha perso niente della sua vivacità, e che nell'insegnare sa ancora far arossire li balordi et insolenti. Io ho tanta gola a queste appostille come ai Dialoghi, perchè credo che 'l S.r Rocco voglia desiderarsi digiuno dall'irritare le vespe.
Aspetto dimani, o forsi anco hoggi al tardi, il finimento dell'affare della pensione(189). Del Sig.r Argoli(190) non intesi altro, se non che in certo almanaco stampato si dice ch'egli in alcune lettioni ha sostenuto, le macchie del sole essere elevationi cavate dalla luna. Lo vidi alla sfugita, me lo raffermò. La prima volta che venga a Venetia, ancor io ho gran curiosità di udire i suoi sentimenti: egli certo è galant'huomo. E con tal fine a V. S. Molto Ill.re et Ecc.ma bacio le mani.
Ven.a, 11 Marzo 1634.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maS.r Galileo.
Dev.mo Ser.
F. Fulgentio.
Fuori, d'altra mano: Al molto Ill.re et Eccell.mo Sig.r, Sig.r Col.moIl Sig.r Galileo Galilei, in
Fiorenza.
2904*.
GUGLIELMO SCHICKHARDT a MATTIA BERNEGGER in Strasburgo.
Tubinga, 13 marzo 1634.
Dalla pag. 191 dell'opera citata nell'informazione premessa al n.° 2683.
Wilh. Schickardus Matth.
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