Non dubito che V. S. col suo sublime intelletto non rechi un giorno da questa inventione qualche utilità grande al mondo, benchè hora mai fatto indegno di così fatti suoi beneficii; ma so che la si contenta del premio, il quale mai può mancare ai pari suoi, inventas qui vitam excoluere per artes. E con questo felice augurio le basciarò humilmente le mani.
Di Roma, a dì 18 di Marzo 1634.
Di V. S. molto Ill.re(204)
Al S.r Galileo Galilei.
Devotissimo Servitore
Gio. Iacomo Boccardi.
2906*.
RAFFAELLO MAGIOTTI a GALILEO in Firenze.
Roma, 18 marzo 1634.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 61. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio S.
La lettera di V. S. Ecc.ma delli 4 stante m'è stata di particolar contento, riconoscendo conservata sempre verso di me quella affetione ch'io desidero. Le scuse di mio fratello(205) sono per adesso tollerabili, ma quelle di V. S. mi rendono attonito, non havend'io inteso d'affaticarla, etiam ch'ella havessi ogni più bramata commodità.
Il Sig.r Marchese di nuovo la stimola a perfetionare il suo parto, e la stima come deve. L'opera del Gesuita(206) non fu mandata da me, perchè il Sig.r Stelluti mi promesse persona fidata che partiva per la Sig.ra Marchesa, e non veddi altro; nè di nuovo mi ci affaticai, poichè sapevo ch'il Sig.r Nardi(207), per un gentilhuomo che tornava con Monsig.r Usimbardi(208) a Firenze, m'havea prevenuto: e credo che fino adesso l'haverà recapitato. Dell'opera di D. Antonio Rocco qua non si sapea cosa alcuna per nessuno; pur s'è con molta curiosità spedito in più luoghi, e subito lo conferirò con il Sig.r Nardi et il P. Abbate(209), quale già dua volte non ho possuto trovare in casa, e però non posso rispondere a capitolo, sì come m'impone V. S.
| |
Roma Marzo Galileo Galilei Servitore Boccardi Firenze Marchese Gesuita Stelluti Marchesa Nardi Monsig Usimbardi Firenze Antonio Rocco Nardi Abbate
|