Ma V. S. ha di ciò anco la causa esterna, perchè la malignità altrui non parturisce altro che renderla più gloriosa e più desiderabile; et io certo e sinceramente(217) l'assicuro, che se non fossi legato, haverei prima d'hora fatto il viaggio per solo vederla. Dio la conservi in longa prosperità, e le bacio le mani.
Ven.a, 18 Marzo 1634.
Di V. S. molto Ill.re et Eccell.maDevotiss.o Ser.re
F. Fulgentio
Car. 58t.(218)
Fuori: Al molto Ill.re et Eccell.mo Sig.r, Sig. Col.moIl Sig.r Galileo Galilei, in
Fiorenza.
2908*.
BENIAMINO ENGELCKE a [GALILEO in Arcetri].
Pisa, 19 marzo 1634.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal. Nuovi Acquisti, n.° 29. - Autografa.
Ill.sso Sig.r P.re mio Osservand.sso
Scrissi per il passato di Paduva a V. S. Illustrissima, aggiungendo pur una altera lettera dal molto Illustre Sig. Matthia Bernegger, professore delle historie et della humanità in Argentina, il quale, come V. S. havrà intesa (se altrimente sana et salva è capitata questa mia), con grandissima diligenza dura faticha di ridurre il suo libro Copernicanum Systema nel latino; ma mi son maravigliato non ricivendo nissuna risposta di V. S. Illustrissima, o alla mia o alla sopradetta del Sig. Bernegger. Però, cercando occasione di poterle far riverenza di nuovo, vengo con questa, pregandola che si volesse sdegnare et solamente con due parole significarmi se habbia ricevuta quella sua, principalmente havendo tanto desiderio della sua quel dottissimo et acutissimo ingegno; perchè in questa maniera scrive:
Ago gratias quod ad inclytum virum D. Gall. misisti meum epistolium; gratius tamen fuisset, si reddidisses coram ipse, ac testis ei fuisses oculatus, inchoatae a me Copernicani Systematis (sic), in quo quotidie adhuc strenue pergo, et sub exordium aestatis ad finem perducturum confido.
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