Io [l'ho] sempre ammirata et riverita, et non mi sono mai partito da lei se non edificato, commosso, compunto. Iddio benedetto l'haverà ricevuta nelle sue braccia, se le sarà piaciuto di haverla a questa hora chiamata a sè, come per le lettere anche del S.r Verzoni(242) posso credere che sia seguito. V. S., valorosa in tutto, non sospenda in questa occasione l'uso del suo medesimo valore et della sua fortezza, sostenendo con quore filosofico et cristiano questo amaro colpo.
Nel resto V. S. ha qui la compassione di tutti, anche per la prohibitione che le è stata fatta di non chieder più grazia della sua liberatione(243). Qui si fa giudizio, che il male di V. S. non sia creduto a Roma tale quale è; nè delle cose del S.to Offizio si può discorrere con quel fondamento et quelle regole che si fa delle altre cose. Non pare che si usi negli altri tribunali et nelle altre corti di comminar male a chi non si voglia far grazia, per divertirlo dal farne le instanze; ma non è già che la medesima prohibitione et comminatione non si potesse fare. Così mi dicono questi SS.ri ministri, tutti affezzionati di V. S.; et che il S.to Offizio le usi, dicono che non è maraviglia, perchè le vie del S.to Offizio sono diverse dall'altre, et sono insolite, nuovissime. Si è scritto al S.r Ambasciatore tutto quello che V. S. ha avvisato a me(244), ma con ordine di valersi delle notizie et di aiutare V. S. in [quel] che si possa con le dovute circospezzioni, acciò non si faccia peggio, trattandosi di materia delicata; et forse credono a Roma che quelle opinioni danna[te] da loro possino, in voce et in presenza, da V. S. esser meglio rappresentate di quello che credino possa seguir per lettere, dico a S. A., alli SS.ri Principi et a tutta la città. Ma quanto si ingannano questi speculativi, poichè V. S. non scrive et non parla, et solo rappresenta il suo bisogno et si raccomanda.
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