È uscito fuori un libro De bello Suecico, fatto da un Genovese(248), già mio scolare delle matematiche in Pisa, quale si è trovato nelle baruffole; ha scritto in modo che dà grandissimo gusto a chi lo legge, e qua ha grand'applauso. Me ne darà uno per mandare a V. S. e li scriverà, e vive ambiciosissimo d'esserli servitore. Quando lo potrò mandare, lo mandarò, e credo li darà gusto. E con farli humile riverenza, finisco.
Di Roma, l'8 d'Aprile 1634.
Di V. S. molto Ill.re
L'autore del libro sichiama Pietro Batta Borg[hi].
Devotiss.o e Oblig.mo Fig.lo e Ser.reDon Bened.o Castelli.
2917.
FAMIANO MICHELINI a [GALILEO in Arcetri].
Roma, 8 aprile 1634.
Blbl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XI, car. 36r. - Autografa.
Pax Christi.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.re e P.ron in Christo Col.mo
Nel solo pensar di dover scrivere ad una persona tanto eminente d'ingegno, dottrina, urbanità, e finalmente al filosofo de' nostri tempi, mi mancano i concetti e le parole, e però vado procrastinando di giorno in giorno il dar di mano alla penna per tal effetto; e sebene gli obblighi 'nfiniti, il desiderio ardentissimo di servirla, e l'amore immenso che le porto, stanno continuamente spronandomi all'impresa, nondimeno il conoscermi totalmente ignorante, anco del saper rispettivo, mi ritrarrebbe affatto dal far l'obbligo mio, se non comprendessi ancora, l'ingratitudine esser il pessimo tra gli altri vizi, e la gentilezza di V. S. Ecc.ma atta a condonare ogni mia imperfezzione.
Le do aviso dunque d'haver visitato il R.mo Abbate Castelli e presentatogli la sua per me favoritissima lettera, che fu da esso ricevuta come pretiosissima gioia, anzi per la più cara cosa del mondo.
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