Dico questo a V. S., acciò, parendogli, possa farnelo avvisato, non perchè io voglia distorlo dalle sue deliberazioni, ma perchè così mi par che convenga fare, acciò egli, con più fermo discorso che non è il mio, possa poi esequir il partito migliore. Stremargli la provvisione assegnatagli non voglio, nè meno interporci parola che egli non l'impieghi a suo piacimento; però mando a V. S. i 25 d. che domanda.
Quanto allo scrivere al S. Albizzi(260), di presente non me ne dà il quore, essendo totalmente fuori di me stesso, in maniera che lascio anco di rispondere alle lettere familiari degl'amici. Lo farò, se la instante inquietudine si abbonaccerà un poco.
Da uno degl'aiutanti di camera del G. D., che fu qua ieri, mandato da S. A. con un occhiale, intesi incidentemente come S. A. crede che io habbia ancora nelle mani i vetri del suo occhiale, che mi mandò a Siena(261); e pur so d'haverglieli rimandati, e, se ben mi ricordo, credo che io gli consegnassi a V. S.: però me ne dica se è così. Con che gli bacio le mani.
Di Villa, li 27 Aprile 1634.
Di V. S. molto I.
Aff.mo Ser.re e Par.eG. G.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.re e Pad.n mio Osser.moIl S. Geri Bocc.ri
In sua mano.
2928.
GERI BOCCHINERI a GALILEO in Arcetri.
Firenze, 28 aprile 1634.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XI, car. 46, - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo S.r mio Oss.mo
La compatisco estremamente delle sue indispositioni, malinconie et vigilie sempre maggiori, et mi duole di non potere assistere a V. S. Il medesimo sentimento ha anche Alessandro(262), il quale in supplimentomio verrà domenica a visitarla, convenendo a me di andare a Prato.
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S. Albizzi Siena Villa Osser S. Geri Bocc Arcetri Alessandro Prato
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