Ho stimato bene l'accomodar ad ogni partito per tre rispetti: prima, che le bolle obligano V. S. farsi chierico, e non so se sia e vada in tonsura et habito(265), senza di che o si casca o ci vuole breve di dispensa; 2°, era gią stato soffiato nell'orechio all'Arrisio, che č di copella, che le cose doppo successe l'haverebbono fatto sgravare; 3°, che era necessario far lite all'ecclesiastico, di che Dio guardi ogni huomo dabene e lo risservi per chi uccise il padre o fece peggio. Vedrą dall'annessa copia(266) che il P. Castelli hebbe 30 scudi de giulii, che sono li 40 de' nostri.
Non so quello sia accaduto de' suoi travagli; ma li suoi beni e mali li participo con gran sentimento. Quello della strettezza non lo stimo molto, e niente ha di male che quella barbara cominatione d'haver per delitto il supplicare. Del resto conviene far buon animo e prendersi libertą da sč medesimo: anco chi č in ceppi se li dilata: godere quello si puņ di presente, e sperar di meglio. Ma fa stupire che un tanto di fraticello(267) essequisca le altrui passioni contro un tale servitore del suo Principe. In qualche altro luogo non si farebbe certo, o lo farebbe a suo costo. Aspetto d'intendere che V. S. habbi ripigliate le specolationi, ch'hanno forza di divertire, se altro bene non facessero. Non le tenga celate, che questa č la maggior mortificatione che possa dare all'ignoranza et alla malignitą. E le bacio di cuore le mani.
Ven.a, 29 Aprile 1634.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maEcc. Galileo.
Dev.mo S.or
| |
Arrisio Dio Castelli Principe
|