2953.
ASCANIO PICCOLOMINI a [GALILEO in Arcetri].
Siena, 13 giugno 1634.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XI, car. 59. - Autografa la sottoscrizione.
Molto Ill.re S.r mio Oss.mo
L'affetto di V. S. verso tutta la mia casa è tanto partiale e conosciuto, che dal vivo del suo cuore ricevo quei sentimenti d'allegrezza che si compiace di dimostrarmi in queste remunerationi, che S. M. Cesarea ha fatto a mio fratello(320) ed a mio nipote(321); e gli prometto che raddoppieriano il mio contento, quando queste domestiche felicità fussero in qualche parti valevoli a servire alla salute e alla contentezza di V. S.: e perchè di tutte le cose nostre ella ne può disporre come di propie, altro non mi so augurare se non che V. S. eserciti l'uniforme e sincero affetto di tutti noi. E se la traboccanza del suo amore non mi rendesse sospetto la favorita testimonianza che mi dà d'Evandro(322) mio nipote, maggiormente ne goderei, all'hora massime ch'egli fussi abile ad approfittarsi de' congressi di lei; e se varrassi del mio consiglio, questo poco di tempo che dovrà dimorare in Italia sarà bene spesso a reverire V. S. Ma altra conversatione vorrei che trovassi intorno di lei che di medici e di medicamenti; e pure che approfittino, si possono dare per bene impiegati, essendo stati troppo mortali i colpi ch'ella ha ricevuto i mesi a dietro. Anzi m'ho da lamentare di lei, che con gl'ultimi regali di Suor Maria Celeste habbi voluto rinnovare in me quel sentimento di dolore col quale in me medesimo, come in lei propia, compiango una tanta perdita; nè altro so che ricordarli che la sentenza di Seneca, che hoc habet assidua infelicitas in se boni, ut quod saepe vexat, novissime induret(323).
| |
Arcetri Cesarea Evandro Italia Suor Maria Celeste Seneca
|