Il Roco(353) non si deve per alcun modo lasciare così; le appostille devono essere ad calcem. Penso, di queste e delle altre sue divine speculatìoni, le dificoltà che può incontrar nel publicarle; e pure il non farlo è defraudar l'intelletto humano della gloria maggiore a quale sia ancora arrivato in tal sogetto. Io vorrei havere questo merito coll'humanità, d'essere mezo di questo bene. Se a V. S. pare l'istesso, io lo farò, colla fede sincera che la lode tutta sia di chi essere deve; e lassi pure a me il trovar il modo. Ci facia un puoco di riflesso. Il vendicarsi dell'ingiurie incolpatamente, come questo, è uno de' più alti gusti humani.
Aspetto intendere che habbi ricuperata la sua sanità di corpo e serenità di mente, come instantemente le prego da Dio. E le bacio le mani.
Ven.a, 8 Luglio 1634.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maEcc.mo Galileo.
Devotiss.o Ser.rF. Fulgentio.
2964.
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO [in Firenze].
Venezia, 15 luglio 1634.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XI, car. 63. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
Ho dato l'ordine a Brescia che sia tolto l'incudine e le verghe d'aciaio al compimento della somma, e mi sia mandato. Stimo bene che V. S. Ecc.ma dia comissione alli Sig.ri Galilei di riceverla e come prattici(354) mandarla.
Il discorso del P. Grembergero(355) è degno della superbia giesuitica, ma rissente anco quella strana temerità di chi crede havere dominio sopra la fama. Ho ben io altro pensiero, che anzi la loro sfaciata persecutione debba rendere il nome di V. S. più glorioso.
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