Hora l'autore si ritrova in Fiandra, e hoggi li scrivo. Volendo lei rispondere, potrà farlo a suo commodo, e mandarmi la lettera, chè glie la conserverò e li mandarò la minuta, chè così tengo ordine.
Nel resto quella cosuccia che mi passò per la fantasia intorno alla luna e sua illuminazione alla terra e reciproca illuminazione della terra alla luna, fu con occasione che una sera mi trovai con alcuni letterati che facevano difficoltà come potesse la terra illuminare più la luna di quello che fa la luna la terra; et ho dimostrata la seguente(402) proposizione, che so che a V. S. riuscirà una bagatella:
Se saranno due lumi, ineguali in specie et in grandezza, illuminanti la medesima sorte di ogetti in distanze ineguali, l'illuminazione assoluta del primo all'illuminazione assoluta del secondo haverà la proporzione composta del lume in specie del primo al lume in specie del 2°, della grandezza della superficie del primo alla grandezza della superficie del 2°, e della proporzione duplicata della lontananza del 2° dall'ogetto illuminato alla lontananza del primo dall'ogetto da lui illuminato.
Tutto dimostro premesse alcune diffinitioni e supposizioni manifeste, dal che si può discorrere di quella tanto varia riflessione di lumi dei pianeti alla terra. Però lascio stare il tutto in riposo, per poterlo rivedere senza passione. E qui finisco.
M'ero scordato di dirli che non ho riceute altre lettere sue: e con questo li fo humile riverenza.
Tengo lettere del nostro Sig.r Andrea Arrighetti in proposito di condotti di acqua, dalle quali ricevo gusto e per la grandezza di quel'ingegno e perchè fa stima della mia scrittura Della misura dell'acque correnti(403).
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Fiandra Andrea Arrighetti
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