Col merito ch'ella tiene con l'universale, io concorro con la sola parte dell'ammiratione, perchè non ho occasioni di servirla, come vorrei. Sappia nondimeno, et lo creda et ne faccia esperienza col commandarmi, che sì come io amo singolarmente li suoi studii, così non ho maggior desiderio che d'esserle servitor d'effetti et d'esser da lei conosciuto tale. Ho detto al Padre che mi costituisco perpetuo essattore(415), già che altro non posso. Voglia Dio ch'io la possa servir per molt'anni, che le auguro con ogni prosperità et contento. Et le baccio le mani.
Di Venetia, li 25 d'Agosto 1634.
Di V. S. molt'Ill.re et Ecc.maSer.r Divotiss.o et Cord.mo
Lodovico Baitelli.
2981*.
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO [in Firenze].
Venezia, 26 agosto 1634.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXX, n.° 109. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
Acuso le sue gratissime di 19.
L'incudine, per lettere di Mantova, era gionto là, et già 20 giorni scrive il mercante di haverlo mandato a Bologna, e soggionge: A quest'hora vi deve essere. Resto con maraviglia che non mi scrive il P. Provinciale d'haverlo havuto. Il P. Prior nostro mi disse che li scriveva il Provinciale che vi era gionto(416); e quando puoi veggo la lettera, dice non è ancor gionto. Io resto non manco.
Le manne nuove non sono arrivate; le aspettano il mese venturo. Se la spetiara vuole della vecchia, al primo cenno mandarò le 4 lire, et usarò ogni cautezza per ben servire(417).
Il Sig.r Rocco mi riesce un compitissimo huomo.
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