Non si può esprimere con che honore a tutti parli di V. S. Se sapesse come, ritrattaria tutte le punture; ma ove entra Aristotele, noli me tangere: ipsissimus Simplicius. Mi mandarà un corpo de' suoi scritti per V. S., perchè a caso ricercandoli in libraria, ove era, al tutto ha voluto li prometta di riceverli da lui. Li mandarò slegati, subito che li habbia, e vi aggiungerò per entro li vetri. Séguiti le postille, perchè veggo che farano strada a comunicar specolationi mirabili; e V. S. si vaglia dell'occasione, e lasci a me il fastidio, chè so quello debbo fare.
Quel mio amico della sfera(418) la migliora, che facia la terra l'orbe annuo in 365, e si rivolga in sè 365 volte, tanto che camina il cerchio grande. La facilità della cosa nel vederla m'ha fatto stupire. Mi comandi, riami, e le bacio di cuore le mani.
Ven.a, 26 Agosto 1634.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
Il nostro spetiale, mio amico, mi dice che per la mana al tutto conviene aspettar le nuove.
Ecc.mo Galileo.
Dev.mo Ser.rF. Fulgentio.
2982*
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO [in Firenze].
Venezia, 2 settembre 1634.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXX, n.° 110. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
Colla gratissima di 26 mi capita il ressiduo dell'apostilla, con le nuove e maravigliose osservationi e specolationi, riservate sino a' nostri tempi al suo divino ingegno. Piaccia a Dio conservarla in piena sanità e tranquillità.
Io non scrivo mai se non per la via del Sig.r Geri(419), onde non so come la lettera di che mi scrive sia uscita del piego.
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