Fu per ciò carcerato et essaminato, e hieri in Congregazione del Vicario fu detto: Se questo non è il demonio, è il vero Andrea Casale. E quel che più, mostra la moschettata, della quale si disse esser morto. Causa tanto più miserabile, quanto curiosa a narrarsi. Con che per fine a V. S., al S.r Vincenzo e Sig.re Maria Celeste et Archangela fo humilissima riverenza.
Di Roma, 16 7mbre 1634.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDev.mo et Oblig.mo Ser.re
Lorenzo Ceccarelli.
2990.
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO [in Firenze].
Venezia, 23 settembre 1634.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 81. - Autografa.
Molt'Ill.re Sig.r Col.mo
Mi capita la sua gratissima di 9.
La seconda postilla(440) havuta intiera è cosa divina. Io stimo più la sola demostratione, che l'aggionta di gravità in eadem specie non possi accrescere velocità, che quanto del moto ha scritto Aristotele. Altro è specolar così la natura, che l'andare per li per se, per accidens, e perdersi in termini. Séguiti, la prego, e mi honori della participatione.
Le manne non sono gionte: è necessaria la pacienza.
Mando la scatola de' vetri: un amico, della professione, mi dice esser del più puro c'habbi potuto ritrovare. Ordinai che anco de' nuovi mi fossero fatti, puri quanto si può, ma si depose il lavorare que' giorni: si ripigliarà doppo S. Francesco, e ne mandarò.
Da Bologna mi scrivono esservi l'incudine(441), et haverne dato conto a V. S. per la difficoltà del mandarlo: mi pare che lo facciano di l. 400; sarebbe cresciuto per strada, invece di tarlarsi.
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