Tocca al suo compare fabro dar ordine per la condotta.
L'Ecc.mo Sagredo(442) si va ricoverando dalla sua mala fortuna, di che V. S. deve essere gią informata(443). Hora č fatto Podestą di Padova, che č un grado per salir di nuovo su la scala. L'Ecc.mo Venier(444) parla di lei colla bocca di zucaro: altra opposizione non ci č che l'havere lasciato il luoco, che certissimo l'haverebbe resa sicura dall'ingiustitie e persecutioni patite. Quanto alla gloria, V. S. č in stato che tutto lo sforzo della malignitą non li puņ nuocere. Il mondo aspetta le altre sue speculationi, le quali forsi non starano male sparse nelle postille: io vi moro dietro. Et a V. S. molto Ill.re et Ecc.ma bacio le mani.
Ven.a 23 7mbre 1634.
Di V. S.
Ecc. GalileoDev.mo Ser.
F. Fulgentio.
2991*.
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO [in Firenze].
Venezia, 28 settembre 1634.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 83. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r, Sig. Col.mo
Accuso la sua gratissima di 17.
L'amico della sfera(445) č fuori in villa. Io non sono buono per descriverla; l'ha formata su quella di V. S. a carte...(446) (ho in villa il libro; č nel fine, quasi(447)); quello che posso dire č: il sole, in mezo; seguono Venere e Mercurio, poi la terra, che si muove in sč stessa et nell'orbe annuo un grado per giorno(448) l'asse sta sempre paralello a sč stesso, inclinato all'asse del zodiaco, e col circuire fa a capello quegl'effetti che V. S. descrive, di riguardar sempre la stessa parte del cielo, del variar col terminator della luce li giorni e notti.
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