Intorno ha la luna: una balla, facia conto, da gioco, con una veste di corame, che nel suo girarsi s'agira, e fa le variationi degl'aspetti. Quello che mi dà somma sodisfattione è la facilità. Mi era dificile formar nell'idea questa machina, che in vederla ha una facilità estrema.
Parto hoggi, per star tre dì in villa: lascio ordine, e credo certo verrà con questa la manna. Il volumazzo dell'opere del S.r Roco(449) lo vorrei pur traghettar senza spesa.
V. S. mi creda che l'opere sue le leggo con tanto gusto, che mi sono l'unico sollievo nelle mie noie: le aspetto come medicina salutare; tutte l'altre mi paiono insipide. L'error delle lettere è costì certo, perchè a tutte si fa la sopracoperta al S.r Gieri(450). E le bacio le mani.
Ven.a, 28 Settembre 1634.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maS.r Galileo.
Dev.mo Ser.
F. Fulgentio.
2992.
BONAVENTURA CAVALIERI a [GALILEO in Arcetri].
Bologna, 2 ottobre 1634.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 85-86. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.mo
La magior consolatione ch'io potessi havere, era che V. S. Ecc.ma vedesse et essaminasse con diligenza questa mia Geometria, stimando io in primo grado il suo giuditio(451); ma poichè la mala dispositione del corpo l'impediscono, non posso se non condolermi seco di quella e lagnarmi della mia puoca sorte, poichè mi vien tolta quella consolatione ch'io speravo. Ho però sentito con gusto ch'ella li habbi dato una scorsa, nè li paia il mio metodo del tutto improbabile, benchè ella dichi di havervi molte difficoltà; nè me ne maraviglio, mentre par che io trapassi all'infinito, che porta seco tanti dubii quanti ella sa.
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