Discorremmo tre hore dolcemente di diverse cose, e particolarmente delle ammirande qualità del nostro Sig.r Galileo, gratiosissimo in tutte le cose.
Mi trattengo per lo più col S.r Raffaello Magiotti, partialissimo di V. S. e garbato al possibile. Molte cose vorrei scrivere, ma le serbo al mio ritorno, che sarà fra 15 giorni o poco più, perchè sono lunghissime.
Il nostro Padre Generale(457) mi concede solo due giovani per lo Studio, per la scarsezza del nostro vitto et habitatione in Firenze. Mi spiace non poterne menare 6 over 8 di non ordinaria aspettazione. Egli mi dice che bisognerebbe far questo Studio in Roma; ma a me più preme la vicinanza di V. S. che qualunque altra cosa. Nelle occasioni col G. D. non si scordi di noi, come ancora con altri Signori, affinchè si conducesse a qualche bramata meta il bene universale. Godo sentire da' miei Padri il suo buon esser di forze corporali (così il Signore gliene accresca in infinito), e mi pregio ch'ella di me non si scordi. Deo gratias.
Roma, 12 Ott.re 1634.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
Mi scordavo dire che il S.r Marchese Strozzi la riverisce in estremo, e l'istesso fanno il P. R.mo D. Benedetto, il Campanella, il S.r Gio. Borrelli(458) suo discepolo, il Sig.r Magiotti e molti de' nostri Padri, tra i quali tutti io non mi tengo nell'infimo luogo nel desiderio di servirla: e le bacio le mani. Scrivo in fretta, il che mi è causa di molti mancamenti.
Il nostro P. Generale le se conosce obbligatissimo per i favori che ella fa a me et a gli altri nostri Padri.
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