Indegniss.o Servo in Christo
Fran.co di S. Giuseppe.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron in Christo Col.moIl S.r Galileo Galilei, Fil. e Mat.co p.rio di S. A.
Firenze.
2995.
FULGENZIO MICANZIO a [GALILEO in Firenze].
Venezia, 14 ottobre 1634.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 87. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r P.rone Col.mo
In villa mi portai meco li Dialoghi di V. S. E. et il libro del Rocco; non altri. Li ho letti tutti due con gusto, sendomi questo stato all'animo quello che a gl'occhi di riguardanti il zane, che ne' salti imita il saltarino. Il punto è, che l'opere di V. S. mi acconciano di maniera il gusto, che in materia di speculationi naturali non posso più leggere niente; e mi pare che riessaminando li principii peripatetici, come V. S. ha fatto nella constitutione dell'universo, tutto mi vada in fumo. Non mi resta nel libro di V. S. che due cose alle quali non bene arrivo: quei computi per le due stelle nove et il modo di adoperar gl'istromenti, e come il moto della luna vario influisca in quello della terra per il flusso; perchè capisco che quando la luna è più lontana o vicina al sole, per necessità il suo moto si altera, ma non capisco come questo influisca nel moto della terra, da cui ella è tanto distante. È però bene, perchè ritorno a leggere tutto, et il replicare ha d'essere il mio passatempo.
Aspetto da V. S. il discorso promesso De insidentibus aquae, se è possibile, e la tengo obligata comunicarme(459) le sue specolationi, come Dio è obligato per la promessa delle sue gratie.
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