Dalli medesimi Signori Francesi con la viva voce le sarà più distesamente insinuato tutto ciò per mia parte: la prego di ascoltarli volentieri, e di crederli tutto quello che a mio nome le esporranno. Con che fine, saluto V. S. con tutto l'animo, con desiderarle ogni felicità.
Di Roma, li 24 di 8bre 1634.
Di V. S. molto Ill.reGalileo Galilei in Arcetri.
Aff.mo per serv.laNoailles.
Fuori: Al molto Ill.re Sig.reIl S.r Galileo Galilei.
Nella villa d'Arcetri.
3000*.
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO [in Arcetri].
Venezia, 28 ottobre 1634.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXX, n.° 113. - Autografa.
Molt' Ill.re et Ecc.mo Sig.r Col.mo
Il R. Arrisio(477) si è ridotto al termine: ha contato tutto il suo debito delli 60 scudi, che sono £ 420, de' quali il P. Priore di Brescia si tiene £ 148, se ben mi ricordo per l'incudine, et le 14 della mana, perchè V. S. Ecc.ma vuole che anco di questa minutia se le dia debito, e per non essere cosa sua lo facio; onde restano £ 258, quali ho scritto che siano rimesse qui, dove V. S. ne potrà disponere a suo piacere.
Non ho questo dispacio sue lettere; il che non è requisitoria, ma aviso. Ho fatto il possibile et impossibile per ritrovar qui il suo Discorso De insidentibus aquae: in fatti non ci è, sventura ordinaria de' buoni libri. Nell'hore vacue, che sono poche, ritorno leggere le sue Lettere al Velsero, e dietro al Nuncius Sydereus, e poi alli Dialoghi, con pensiero di non vedere più filosofia in chi non trovo gusto. Ma che si fa delle postille?
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