Ma il P. Francesco le parlerà più chiaro circa questo. Il senso mio è stimolar V. S. a mandar in luce quanto prima l'opere sue, ricordandosi che gli scrittori non scrivono tanto per il presente quanto per il tempo a venire. S'io con lei piglio troppo ardire, non incolpi tanto la mia natura, che è stata sempre di parlar libero, overo il gran desiderio ch'io ho di vagheggiar i suoi parti, quanto un vero zelo ch'altri non la preoccupi in parte, et altri con il tempo non supprima il resto, sì come fanno ben spesso i principi, che tengon le librerie ben fornite per i sorci, polvere e tignole, più tosto che per i litterati. Pur finalmente io mi confido nella prudenza di V. S., e di quelli suoi più cari che di continuo gli stanno a torno. Così per fine gli chiedo da Dio lunga vita con prosperità, e la prego a continuarmi in sua buona grazia.
Roma, il dì 5 9bre 1634.
Di V. S. molto Ill.re et E.maAff.mo et Obl.mo Ser.re
Raffaello Magiotti.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron mio Col.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Fiorenza.
3009.
ELIA DIODATI a PIETRO GASSENDI [in Digne].
Parigi, 10 novembre 1634.
Bibl. d'Inguimbert in Carpentras. Collection Peiresc, Reg. XLI, 2, car. 25. - Copia di mano sincrona.
Monsieur très cher amy,
Peu de jours aprez mon arrivée j'ay receu le pacquet de M.r Galilei, qui estoit demeuré par chemin avec les cristaux du telescope qu'il vous envoye, lesquelz j'ay baillez a Mons.r Luillier(494) pour vous les faire tenir. Le canon devra estre de la mesure de la ficelle dont le papier ou ilz sont enclos est lié, comme vous verrez que ledit S.r Galilei l'a escript lui-mesme de sa main sur ledit papier, et que aussy par la copie de sa lettre(495) cy jointe il le designe.
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