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      Dio la conservi, e le bacio le mani.
     
      Ven.a, 18 9bre 1634.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDev.mo Ser.r
      F. Fulgentio.
     
     
     
      3018.
     
      GALILEO a [FULGENZIO MICANZIO in Venezia].
      Arcetri, 19 novembre 1634.
     
      Bibl. Marciana in Venezia. Cod. XLVII dalla Cl. X It., n.° 1. - Autografa.
     
      Rev.mo P.re e mio Sig.r Col.mo
     
      Devo rispondere alle 2 sue ultime, non havendo io potuto rispondere alla prima di esse se non molto succintamente: ma il male è che poco più potrò fare al presente, havendomi tolto buona parte del tempo il dover ricopiare il resto della postilla, che con la presente gli mando(517).
      A quello che mi dice nella prima(518), di voler far ristampare il trattatello De insidentibus e forse il Saggiatore, quanto a questo secondo, quando si risolvesse, saria forse bene aggiugnervi le postille che ho fatte alla risposta del medesimo Sarsi al Saggiatore(519); e si potrebbe figurar che allo stampatore fusse dato per le mani un libro di detto Sarsi postillato con risposte alle obbiezzioni che ei fa al Saggiatore. La P. V. ci penserà un poco, et io ancora. Il Discorso del S. Guiducci, che mi domanda, dovrà haverlo ricevuto, chè con l'ordinario passato gliel inviai. La nota del nostro q. comun padre e maestro(520) poteva esser circa la condensazione e rarefazione, come punti da me più tosto stimati difficilissimi che resoluti, non vi havendo in quei tempi altro che difficoltà; ma ben poi circa 18 anni sono, ritrovandomi alla villa con il Salviati del Dialogo, mi cadde nella mente una mattina, mentre eramo a messa, un pensiero, nel quale poi più profondamente internandomi, mi vi son venuto confermando, et a me è parso poi sempre ammirando come per modo stupendo di operar della natura, secondo il qual modo (e credo in nessun altro) si possa distrarre e rarefare una sustanza in immenso senza ammettere in essa veruno spazio vacuo, et all'incontro in immenso condensarla senza alcuna penetrazione di corpi: pensiero, credami, assai peregrino, il quale insieme con moltissime altre novità spero che ella vedrà sparse nelle opere che mi restano da mandar fuora, le quali penso di ridurre al netto in questa vernata per mandarle poi alla P. V., acciò ne faccia il suo volere.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744

   





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