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      Ma veramente da vero servitore e parente la conpatisco delle affrictione che ingiustamente patisce e contra ogni ragione. Signor mio, non c'è altro rimedio se non contra fortuna fare buono quore. Le sue scientie e virtù ne sono la causa; e l'ingnorantia, l'invidia e rabbia faranno il peggio che potranno, ma alla fine si creperanno.
      Il S. Diodati mi raccomanda particolarmente l'alligato piegho: però mi sarà di gusto sentirne la conparsa. Potrà dare la risposta a Girolamo, mio fratello, al quale ho dato ordine che non intravengha più quello è seguito, e ne potrà stare di animo posato.
      Il S. de Perez(529) li porta particolare affetto, e non scrive mai che non domandi sua nuove.
      A' giorni passati passò di qui il P. F. Tomaso Campanella, però sotto altro habito che il suo, portando il vestito di S. Francesco di Paola, e sotto altro nome: solo a me si diede a conoscere, dice solo per l'amicitia che teneva con S. S.a, la quale li ha servito di grande favore e appoggio appresso di M. de Perez, che l'à raccomandato a questa casa, e m'ha inposto darli nuova di lui, facendoli reverentia. Se n'è passato in Corte, e per quanto dice, per negotii di consideratione, e ha buoni passaporti. E io, doppo haverli fatto reverentia, me li ricordo servitore di quore; e mi conservi in sua gratia, pregandoli da N. S. ogni bene.
     
      Di Lione, questo dì 27 di 9bre 1634.
      Di V. S. molto Ill.eSer.re Dev.mo e Par.te Aff.mo
      Rub.to Galilei.
     
      Fuori: Al molto Ill.e Sig.r mio e P.ne Col.moIl S.r Galileo Galilei, Matt. primo di S. A. S., in


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744

   





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