Devo scusarmi con V. S. d'un mio mancamento, et è ch'il sabato passato di notte fui fatto chiamare dal P. Abbate(535), quale mi significò questo medesimo buon gusto che V. S. adesso m'accenna per lettere, et io promessi di risponder l'istessa sera; ma tornato a casa intorno alle due hore di notte, fui dimandato dalli SS. Sacchetti, e per non poter far altro differii la promessa fatta al P. Abbate e l'obligo ch'io ho di servir con ogni prontezza a V. S. Così mi perdonerà s'io non rispondo a tutti i particolari, massime non havend'io per ancora inteso(536) la risposta fatta al Sig.r Nardi(537). Dirò solo che nel legger più volte la sua lettera m'è venuta voglia di pianger per tenerezza; e ringrazio Dio di non haver fino adesso mostrato al P. Abbate alcun segno di diffidenza(538), eccetto quanto n'ho trattato con il P. Francesco(539), qual io stimo persona fidata. Sarò adunque più confidente per l'avvenire, honorandolo sì come haverei fatto sempre e servendolo in ogni occorren[za]. Così fo per adesso fine, pregando V. S. Ecc.ma a comandarmi liberamente et mantenermi in buona grazia del P. Abbate. N. Signor Dio dia a V. S. E. ogn[i] contento.
Roma, il dì 2 Xbre 1634.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maAff. et Obl.mo Ser.re
Raffaello Magiotti.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron mio Col,moIl Sig.r Galileo Galilei.
Fiorenza.
3024*.
MATTIA BERNEGGER a ELIA DIODATI in Parigi.
[Strasburgo], 4 dicembre 1634.
Bibl. Civica di Amburgo. Codice citato nella informazione premessa al n.° 2613, car.
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