Li vetri donatimi da V. S. mi servano, ma non come haverei bisogno; credo però il mancamento ne' miei occhi, che si vanno perdendo in scritture e processi.
Il P. Maestro Paolo haveva una lente che bruciava e liquefaceva il piombo; il Sig.r Mula(558) la ruppe: prego V. S. amaestrarci in che sorte di forma ne potessimo far lavorare, che fossero buone, perchè non ho dubbio ch'essa non habbi pronto quello vi fa bisogno, et il mio amico, indrizzato, lavora tutto ciò che vuole, massime di torno, in rame, ferro, etc.
La postilla della compositione d'indivisibili(559) mi trasporta, mi pare, in un altro mondo: il corpo mi è tutt'altra cosa di quelle mi era; quest'universo mi si fa un altro. Havevo sentito in Aristotele et altri l'opinione antica, ma portata senza ragione o esplicazione mi pareva strana: hora le ragioni di V. S. mi sembrano maravigliose, nè so che oppositione che vaglia le possa far il Sig.r Rocco. Ho curiosità di sentirlo, chè aspetto un primario et secundario o altra tale bella cosa.
Sul finire di questa ricevo le sue di 2: riservo ad altro spazzo l'informatione delle monete. Aspetto qualche cosa di bello, e le bacio le mani.
Ven.a, 9 Xmbre 1634.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDevotiss.o Ser.re
F. Fulgentio.
3029**.
ALESSANDRO NINCI a GALILEO in Arcetri.
S. Maria a Campoli, 10 dicembre 1634.
Bibl. Naz. Fir. Appendice ai Mss. Gal., Filza Favaro A, car. 69. - Autografa.
Molto Ill.e et Ecc.mo Sig.r mio P.ron Col.mo
Se bene V. S. mi scrisse che era assai ben provista di fascine, in ogni modo, sapendo che in questi tempi riesce il consumarle più presto che non si crede, non ho voluto lasciare un'occasione di provederne senza mandargliene prima un saggio e avisargli il prezo, acciò sappia se gli mette conto pigliarle di quassù, dove mi pare si vendino con rigore, poi che costeranno, condotte, lire sei e quattro crazie il cento.
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