Io la gita passata li mandai un grosso piegho del sudetto Sig.r Elia: tengho che l'haverà ricevuto; mi sarà gratissimo sentirne qualcosa: e spero in Dio che presto finiranno li sua travagli, alla confusione de' sua arrabbiati inimici. Se lei ha qualcosa a mettere in luce, dove la possi servire, li ricordo che me lo reputerò a gratia particolare, e qui non haveremo tante traverse che altrove; e mi continui la gratia e amore suo, che honoro e riverisco più che cosa del mondo. E io, doppo haverli fatto reverentia, li pregherò da N. S. il colmo d'ogni suo contento.
Di Lione, questo dì 11 di Xbre 1634.
Do a S. S.a le buone feste con mille appresso.
Di V. S. molto Ill.eS.r Galileo Galilei.
Ser.re e Par.te Hum.mo e Dev.moRub.to Galilei.
Fuori: [Al mol]to Ill.e Sig.r e P.ne mio Col.moIl S.r Galileo Galilei, Matt.o primo di S. A. S.
Sia dato fido recapito.
Firenze in Arcretri.
3031*.
GUGLIELMO SCHICKHARDT a MATTIA BERNEGGER [in Strasburgo].
Tubinga, 18 dicembre 1634.
Dalla pag. 212 dell'opera citata nella informazione premessa al n.° 2683.
.... Interim, quantum permittit immensus moeror, solatium capto ex suavissimis tuis Galileicis, pro quorum tam benevola communicatione sum arctissimus debitor tuus. Miror quomodo labori tanto par sis ferendo, sub quo succumberem ego millies. Augeat tibi Deus hanc virtutem, et iubeat esse longaevum! Vale feliciter, et bene rem gere.
De prop. Tubing., d. 8 Decem.(564) an. 1634.
3032*.
BONAVENTURA CAVALIERI a [GALILEO in Arcetri].
Bologna, 19 dicembre 1634.
Bibl. Naz. Fir.
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