Io godo che S. S.a vadia pigliando questo suo esilio in forma di passatempo: questo è il vero modo di fare crepare nel loro veleno e suffocare nella loro rabbia l'invidiosissimi sua nemici; e più seguirà, se la mette in luce altre sua fatiche. Tutti li amici et servitori di S. S.a la pregano e la conccitano a questo, sì per lasciare di lei maggiore memoria (bene che grande fino a qui), come per satisfatione loro e per la confusione di quelli che pretendano sapere il tutto. Ma qui non ferma la sfacciataggine di quelli tali, pretendendo di essere conpagni de Dio, quando tutti li altri reputano a gloria il potersi dire humilissimi servi; e questo basti. Io in sudetto particolare, sì come in ogni altro, lo servirò con la vita e con il proprio sangue, dove sarò buono. Ill.mo S.r de Perez ne farà il medesimo, l'hautorità del quale è grandissima, e l'affetiona particolarmente più di qual si voglia persona del mondo; e per consolatione di S. S.a li ho mandato la sudetta sua scrittami, chè sono sicuro che la terrà per gioia.
Il P. Canpanella fa stampare qui alcuni libri, e ne ha dato la cura a me. C'è un trattato di medicina, che quasi è finito, e un'altra sua Filosofia, che va venire di Roma. Mi scrive di Parigi che si ritrova adesso nel colmo de' sua contenti, e voria tenere V. S. per goderla; e mi ha inposto farli sua baciamani, come faccio.
Mi ralegro grandemente con S. S.a e m'è stato gratissimo il saperlo, che l'Ill.mo et Ecc.mo S.r Conte di Novaglia(586) sia stato suo discipolo in Padova(587); e haverà sempre questo potente mezzo in Roma, che lo proteggerà in ogni occasione con la sua hautorità, e se ha delli nemici, non li mancheranno amici.
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