Ma io, trasportato dal gusto di ragionare con V. S., non mi accorgendo, divenivo indiscreto. Mi perdoni dunque V. S., e si assicuri che sì come è vero che ha moltissimi amatori suoi e del suo merito, così è verissimo che io sono fra quelli uno partialissimo e desideroso d'incontrare ogn'occasione per farlo conoscere. Intanto augurando felicissimo a V. S. questo nuovo anno e molti a venire, per fine con ogni affetto gli bacio le mani.
Di Naïstat presso a Vienna, li 4 di Gennaio 1635.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDevotiss.o et Aff.mo Ser.re
Giovanni Pieroni.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r P.rone Oss.moIl Sig.r Galileo Galilei.
3053*.
BONAVENTURA CAVALIERI a GIANNANTONIO ROCCA [in Reggio].
Bologna, 4 gennaio 1635.
Dalle pag. 20-21 delle Lettere d'uomini illustri del secolo XVII a Giannantonio Rocca, filosofo e matematico Reggiano, con alcune del ROCCA a' medesimi. In Modena, MDCCLXXXV, presso la Società tipografica.
.... Io non conosco veramente quel P. Gesuita ch'ella mi nomina(611); nondimeno l'attenzione di V. S. fa che io lo stimi di quel valore ch'ella me lo descrive, e ch'io l'ami di cordiale affetto, mentre egli professa de' nostri studii ed è così affezionato al Sig. Gallileo, ch'è pure assai. Perciò, scrivendo V. S. al detto Padre, mi farà, salutandolo a nome mio, grazia particolare, facendoli testimonianza di questa mia buona volontà verso di lui.
Scrissi già al Sig. Gallileo, e li mandai una copia della dimostrazione intorno alla def. 5 del quinto d'Euclide da V. S. promossa(612), per intenderne il parer suo, ed aspettone risposta: havendo cosa nuova, gliene darò avviso.
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