Ma perchè io dubito che questo gli sia per esser di qualche incommodo, però starò tollerando questa mia sete, con una ferma speranza di goderle a mio talento quando le tornerà a proposito di farmene degno. Resta ch'a nome del P. D. Benedetto e mio io saluti caramente V. S. Ecc.ma, sì come fo per mille e mille volte, desiderandole sempre da Dio ogni bene.
Roma, il dì 6 Gennaio 1635.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maAff.mo et Oblig.mo Se.re
Raffaello Magiotti.
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron mio Col.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Fiorenza.
3057*.
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO [in Firenze].
Venezia, 6 gennaio 1635.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXX, n.° 116. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
Mi capita la gratissima di V. S. E.ma di 30. Il libro mi venirà il dispaccio prossimo: li giazzi hanno ritenuto il corso.
La brama di vedere li suoi Dialoghi mi fa furioso, non che impaciente. Non credo che qui haveremo alcuna difficoltà nella stampa; e sebene vi è un lepre per Inquisitore(621), che trema di tutto, non ardirà credo contradirci.
Nelle opere del Rocco ho perso qualche puoco di tempo, senza incontrar mai in cosa di gusto. Sono le questioni de' nostri magistrandi o magistri nostrandi: Utrum logica sit scientia; an de rebus naturalibus sit scientia; an difinitio motus, naturae, vacui, sit recte assignata(622). Lo mandarò, ma vorrei pure senza spesa. In somma, scripta metuentia sgombros.
L'Ecc.mo Sagredo(623) è a Padova Podestà: col Sig. Venier(624) farò l'ufficio.
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