Del Rev.mo Padre Abbate Castelli scrissi a V. S. molto Ill.re quello occorreva(632), sebene spero che esso medesimo haverą oramai reso conto di sč, essendo presso che risanato, per grazia di Dio; che si č servito del mezzo del Sig.r medico del Sig.r Ambasciator di Francia(633). E se V. S. molto Ill.re m'invidia la cara conversazione del P. Abbate, noi con estremo dolore toleriamo il non poter godere de' suoi colloquii, che dolcemente rapiscono alla vera sapienza, e si nutriamo solo con la speranza di dover ancor una volta in terra haver la commoditą di pascersene per qualche giorni: et in mentre io per parte mia la scongiuro arricchirmi de' suoi commandamenti, e con divoto affetto la riverisco e le bacio le mani.
Roma, li 20 Gen.o 1635.
Di V. S. molto Ill.reDivotiss.o et Obligat.mo Serv.re
Pietro Batta Borghi.
3064.
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO [in Firenze].
Venezia, 20 gennaio 1635.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 51. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo S.r, Sig.r Col.mo
Non scrissi lo dispacio passato, aspettando il libro del suo scolaro(634), che poi ho ricevuto questa settimana, e ne ho passato qualche foglio col solito gusto e profitto nelle specolationi di V. S., che non puņ far di non pascere sempre lo spirito di cose pellegrine, non toccate da altri. Io sto in dubbio se l'oppugnatore del Discorso di V. S. era un filosofo o qualche mulatiere; certo č mirabilmente indiscreto e fuori di modo ottuso, nč mai, nelle cose lette, veggo che dica cosa che vaglia. Ha questo di buono, in che dobbiamo esserli obligati, ch'ha data occasione alle specolationi della Risposta.
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