È cosa singolare e mirabile l'osservare come a V. S. ogni cosa naturale sia piena de caratteri ove essa legge, osserva et insegna dottrine vere, reali, non vedute da altri; il che è il suo proprio, et ove è unica et incomparabile. Sono arrivato leggendo al luoco ove tratta della continuità dell'acqua: oh che osservationi degne!
Ho necessità d'importunarla circa questo dono del libro, di che le rendo affettuosissime gratie, a farmelo compito, se si può. Alla lettera C, che è a carte 33, le due seguenti, che doveriano essere 34, 35, non sono stampate, ma bianche, che viene ad essere il C2; e l'istesso è nel C vacui il 4°, cioè la carta inanti il D, che è a c. 49, sì che la 46 e 47 non sono(635) stampata. Se il libraro havesse ne' squarzi da rifarmi, la prego farmene gratia, massime del 2°, ove si tratta di cosa rilevante, e l'ultima riga è: dilatatione della figura induce tardità di moto, e volendo poi(636), e di qui si passa a due facie non stampate e si arriva a tà, o dentro(637).
Il Sig.r Rocco non ha parlato più, ch'io sappia, dell'infinito, e credo non sia pane per li suoi denti. Io non l'ho veduto, ma alcuno de' suoi scolari me n'haverebbe, come l'altre volte, detto qualche cosa. Se lo vedrò, lo stucicarò, perchè mi pare cosa di gusto il vedere con questi saltarini che un zani gl'imiti col dar del culo in terra. Il filosofare ordinario de' nostri stimati non è sopra le cose, come V. S., ma sopra le parole. Il P. Veglia, autore di quelle Vestigationes peripateticae(638), erudito al possibile et stimato, come veramente è, un grandissimo ingegno et universale, si perde però in questo vanissimo filosofare, e n'haveremo un grosso volume, che non tratta assolutamente altro se non quae fuerit opinio Aristotelis in quella quistione.
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Rocco Veglia Vestigationes Aristotelis
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