E quello che nella terza solo accenna, lo veggo in questi fogli insegnato della compositione del quanto ex indivisibilibus, in che sono sempre; e come ciascuno, per debole d'ingegno, fa le sue reflessioni, e forsi altro non è il filosofare, mi pare vedere il tutto diversissimo da quello mi era: il continuo mi è altra cosa; ogni composto, altra cosa; materia, forma, a Dio.
Stavo scrivendo qui, e mi manda dir il S.r Argoli havere letti li fogli con gusto estremo, ch'il Sig.r Cav.r Tansini(672), ingegnere della Ser. Republica, l'ha letti hieri sera sino alle 11 della notte, che li ammira come cose divine e che al tutto vuole venir a ragionarne meco: sichè V. S. mi fa stimar da' grandi per solo sapere che mi honora della vista delle sue gioie. E le bacio di cuor le mani.
Ven.a, 10 Febraro 1635.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maDev.mo Ser.r
F. Fulgentio.
3076*.
MARCANTONIO PIERALLI a [GALILEO in Arcetri].
Pisa, 10 febbraio 1635.
Bibl. Est. in Modena. Raccolta Campori. Autografi, B.a LXXXV, n.° 45. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo S.r mio Col.mo
La mia lunga infermità e la solita cortesia di V. S. Ecc.ma mi hanno fatto differire il pagamento della pensione(673). Il Sig.r Niccolò(674), al quale ho consegnato il decorso semestre del Natale, cioè scudi diciannove e un grosso, farà le scuse per me, e ringratierà ancora V. S. Ecc.ma de i tartufi che mi presentò per parte sua(675). Io le resto con obbligo infinito dell'affetto che mi conserva, e delle dimostrationi che me ne dà co' suoi favori; e baciandole con ogni reverenza la mano, le prego da Dio per publico beneficio lunghissima vita.
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