Mi sono maravigliato che 'l S.r Argoli non habbi fatto molta riflessione sopra la proposta, che due superficie uguali vadano diminuendosi sempre ugualmente, et una termini in linea, l'altra in punto, sì che il punto sia uguale alla linea; il che mi ha stordito, e non essendo bene capace della demostratione, so che V. S. non lo direbbe se non fosse dimostrato e senza paralogismi. Di questo principalmente voglio tenere proposito col S.r Cav.r Ville, perchè, stabilito questo, non so quall'altra cosa possi far maravigliare.
Passati questi bagordi, sarò coll'Inquisitore(693), perchè voglio vedere quello si possi fare. Tratanto prego V. S. E. riamarmi, e le bacio di cuore le mani.
Ven.a, 17 Feb.o 1635.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maS.r Galileo.
Dev.mo Ser.
F. Fulgentio.
3082.
GALILEO a NICCOLÒ FABRI DI PEIRESC in Aix.
Arcetri, 21 febbraio 1635.
Dalle pag. 311-313 del Journal des Savants, année 1843, Paris, Imprimerie Royale, MDCCCXLIII, dove fu per la prima volta pubblicata da GUGLIELMO LIBRI. Non è indicata la fonte dalla quale fu tratta.
Ill.mo Sig.re e Pad.n mio Col.mo
Io non potrei già mai con la penna esprimere a V. S. Ill.ma il contento che mi ha arrecato la lettura dell'offiziosissima e prudentissima lettera da lei scritta in mia raccomandazione(694), della quale il Sig.re Ruberto, mio parente e padrone, me n'ha mandato copia(695), che pur ieri mi fu resa. Il piacere mio è stato ed è infinito; e non perchè io speri sollevamento alcuno, ma per scorgere in un mio Sig.re e pad.ne di sì eccellenti qualità con quanto tenero affetto compatisce lo stato mio, e con quali ardenti spiriti si muove a tentare, con generoso e insieme moderato ardire, un'impresa che ha resi muti tanti altri, bene affetti verso la mia innocenza.
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