Ne diedi parte al Rev.mo P. Abbate(701), ricercandolo se fosse meglio ripigliarlo e mandarlo per il procaccio; me lo sconsigliò, rispetto alle difficoltà che s'haveriano costì in dogana, e mi assicurò che il sudetto Sig.r Segretario non saria per mancare della dovuta diligenza per servire a V. S. molto Ill.re; e così risolsi lasciarlo nel medesimo ricapito di prima, e V. S. molto Ill.re doverà, spero, scusar questa tardanza, poichè per mia colpa non segue.
Il Rev.mo P. Abbate oramai è del tutto risanato e comincia a lasciarsi qualche poco vedere fuor di casa. Piaccia a Dio conservarmelo sano, e di concedere a V. S. molto Ill.re il compimento della vera felicità, mentre io per fine la riverisco e me le inchino.
Roma, li 23 Febbraio 1635.
Di V. S. molto Ill.reS.r Galilei. Firenze.
Serv.r Devotiss.o et Obligat.moPier Batta Borghi.
3084**.
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO [in Firenze].
Venezia, 24 febbraio 1635.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 123. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
Ho le lettere di V. S. di 16.
Non ho potuto trovarmi col'Inquisitore(702) per chiarirmi; ma tengo sicuro che vi sia quel più di male che si possa imaginare, perchè conosco benissimo l'humore: ma che possa essere impedito il dissegno loro, non ho dubio.
Il Cav.r de Villes(703) è stato meco due volte: ha riveduti li 6 fogli. Questo è un gentill'huomo Francese, ingegnero qui, e, per quello posso conoscere, molto intelligente non solo nelle mecaniche, ma in tutte le scienze mathematiche et prattico ne' buoni authori, ma, come quelli che sanno, ingenuo.
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