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      Non si satia di comendare le sottigliezze delle specolationi di V. S.; le inalza quanto può, ma con libertà dice anco le difficoltà che le incontrano; et havendone promosse molte alli discorsi nuovi di V. S., nè potendole io ben capire, meno tenerle a memoria, l'ho pregato di ponerle in scritto, e m'ha promesso di farlo: se me le manda a tempo, venerano con questa, se non un'altra volta. L'ho assicurato che V. S. lo riceverà gratamente, et egli lo farà come fanno li virtuosi e che sanno ciò che meriti il trovare cose nuove.
      Non so se V. S. habbi in memoria il Sig.r D. Paolo Aproino, Canonico di Treviso, già suo scolare in Padova, e vero scolare, perchè serva l'honore e l'amore verso il Maestro; ingegno grande, dabene, libero. Si trova hora qui e spesso si vediamo, e sempre li ragionamenti sono di V. S. Questa matina gli ho dati a vedere li fogli del Dialogo, e puoi li darò quelli delle Postille; perchè con il Sig.r Rocco non la vuole intendere a modo alcuno, e lo chiama sempre "l'homazzo". Mi comette il far a V. S. mille saluti: ne diciamo de belle. Dio la conservi e le bacio le mani.
     
      Ven.a, 24 Feb.o 1635.
      Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maS.r Galileo.
      Dev.mo Ser.reF. Fulgentio.
     
      Nel serrar la lettera mi arriva il piego delli 8, con li 3 fogli: l'ho dal dispensatore.
     
     
     
      3085.
     
      PAOLO APROINO a GALILEO in Firenze.
      Venezia, 3 marzo 1635.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 129. - Autografa.
     
      Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.re, mio Sig.re Col.mo
     
      Li travagli di V. S. Ecc.ma mi sono sempre penetrati su 'l vivo.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744

   





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