Et le bacio per mille volte le mani.
Venetia, 3 Marzo 1635.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
[vedi figura 3085b.gif]
Fuori: Al molto Ill.re et Ecc.mo Sig.re, mio Sig.re Col.moIl Sig.r Galileo Galilei.
Fiorenza.
3086**.
ANTONIO DE VILLE a [GALILEO in Arcetri].
Venezia, 3 marzo 1635.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 125-127. - Autografa.
Molto Ill.re S.re P.no mio Col.mo
Scrisse già fa un pezo(706) a V. S. molto Ill.re senza risposta. Temeva essere importuno si de novo scriveva: ma questi giorni passati il S.r Patre Fulgentio havendo dato a vedere al S.r Argoli(707) alcuni suoi scritti, se scusò sopra il suo poco otio et altre importanti occupationi; me le diede a vedere, lasciandole nelle mie mani un giorno solo; discorse con lui delli miei dubbii; me pregò con istanza grande, le scrivesse a V. S. Per compiacerli, la tediarò questa seconda volta con le mie lettere, nelle quali vederà come sempre riverisco la sua persona et ammiro le sue rare virtù: e benchè scriva qualche cosa contra li suoi sensi, non è maraviglia, poichè li suoi concetti sono novi, sottili et sopra l'opinione di tutti, donde nascono li dubbii e l'oppositioni; et anche qualche volta si propone e proba quello che si sa non essere tale, come Zenone l'argomento contra il moto, per mostrare l'eccellenza del suo ingegno sopra quelli che non lo sanno sciogliere.
Nel principio del suo discorso(708) mi pare voglia affermare che le machine che riescono in picolo, riussiranno in grande, pur che si osservi nella multiplicatione la proportione che si deve, nel'istromento e nelle sue parti, e che l'affezione che si trova sempre nella materia non è argomento buono per probare il contrario, essendochè essa affezione è eterna et sempre l'istessa, della quale si può dare regola certa quanto si dà delle figure astratte.
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Marzo Galileo Galilei Arcetri Patre Fulgentio Argoli S. Per Zenone
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