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      Quanto a me, estimo che il moto del minore circolo si fa cossì: quando qualche parte del circolo magiore si move sopra il piano, si move anche parte proportionale del minore, perchè di tutti li punti assignabili del magiore si può tirare semidiametri al centro, le quali levaranno portioni proportionali delli circoli concentrici, et come sono li circoli cossì le portioni; mentre che qualche parte del circolo magiore si muove sopra il piano, tale parte si muove del minore; ma di più il minore continuamente con inversa proportione è portato avanti, talmente che il toccamento che fa sopra il suo piano e la latione adequano la portione del magiore. Come, per essempio, sia il circolo magiore decuplo del minore: mentre si move la sesta parte del magiore, si move anche la sesta parte del minore, la quale non sarà che la sessagesima parte del magiore; ma mentre si muove o si rotola questa sesta parte del minore, si fa la latione di questa parte come il circolo magiore è al minore, cioè portarà dieci volte tanto come ella rotola o si move: talmente che la latione et il rotolamento adequano il rotolamento del magiore, il quale è simplice senza latione. Et questo non importa nissuna contradictione, che un corpo rotolando o girandose sia anche portato avanti, come nelli epycicli et altri moti si concede. Dipoi, nel'istessa dimostratione delli polygonii li salti che mette sono lationi, le quali sono interrotte, come il continuo è interrotto per li lati, et non si fa applicatione o tatto si no tanto come è la circonferenza del polygonio.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744