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      Del resto è portato più o meno, secondo che s'accosta del centro; e quello che se dice strasico è latione, la quale con il tatto della circonferenza, tutte due insieme sono eguali alla circonferenza magiore. Donde se ne segue(720) che il continuo è composto di parti divisibili, in infinito proportionatmente, di modo che le parti proportionali del minore sianno minori che le parti proportionali del magiore; et cossì le parti del minore circolo che caminano col tatto, benchè sianno divisibili in infinito, saranno tutte alle parti del magiore in quella proportione che è il circolo minore al magiore: ma le parti della latione saranno magiori nel minore circolo che nelli altri magiori, come il magiore circolo è al minore: di modo che le lationi sono li supplimenti delli tatti, come si vedde chiaro nel'essempio di polygonii et nel centro, il quale è simplicimente lato come il maggiore e simplicimente mosso. Per confermare questa latione, quel'essempio dove fa muovere il polygonio minore sopra il piano, faciendo la linea eguale alla sua circonferenza, alhora si sminuisse il tatto del magiore polygonio, di modo che li tatti siano eguali del'uno et del'altro; il resto è latione retrocedendo, et è impossibile che il tatto del'uno sia magiore del tatto del'altro; donche il resto è latione, la quale è interrotta et per salti nelli polygonii, per la interruttione delli lati, ma nel circolo continua, esso essendo continuo; et quelli salti sono impossibili nel circolo, perchè se ne seguirebbe che sarebbe circolo et non circolo, perchè alcune parti sarebbono più vicine al centro, cioè quelle che non tocherebbono, et le altre più lontane, come nelli polygonii.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744