Ho trattato coll'Inquisitore(729): m'ha mostrato l'ordine rigorosissimo di stampati, da stamparsi, in scritto, et che no? A me non dà fastidio; ma non si deve creare a V. S. persecutioni. Ho pensato, se ella lo consenta, far fare una bella copia di tutto, e collocarla nella publica libraria di S. Marco col nome. È cibo di tanto preggio, che cento copie che ne vengano fatte servono al gusto di quei puochi c'hanno denti e stomaco a proposito. Ma ho ben puoi il modo di far il mio dissegno, di che un'altra volta più distintamente. Tra tanto le bacio le mani e prego tranquillità.
Ven.a, 10 Marzo 1635.
Di V. S. molto Ill.re et Ecc.maS.r Galileo.
Dev.mo Ser.
F. F.
Post.a In questo punto ho le due insieme di 24 passato e 3 corrente, e la lettera del Villes a V. S.(730)
3089*.
BONAVENTURA CAVALIERI a [GALILEO in Arcetri].
Bologna, 12 marzo 1635.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal. P. VI T. XII car. 135. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.mo
Non si maravigli V. S. Ecc.ma s'io così ho tardato in scriverle, massime circa il quesito che li mandai nella passata mia, poichè fui, subito ricevuta la sua, assalito così crudelmente dalla podagra, che mi ha tenuto impedito dal poter fare cosa alcuna per insino adesso, non essendone ancora ben liberato. Hora per tanto la ringratio della sua risposta al quesito(731), il quale veramente non era da farli, poichè pare chiarissimo che una limitata forza non possa far crescer la velocità in un mobile indefinitamente. Ma io m'ingannavo in questo: poichè, per essempio, nelle ruote de' tiralori, se bene la velocità conferita alla ruota nella prima percossa va continuamente languendo e finalmente si perde, tuttavia perdendosi quella in un dato tempo, come in un'avemaria, credevo che sopraggiungendo novo grado di velocità con la seconda percossa, data inanzi che svanisse la velocità conferita nella prima, e così seguitando di fare, si potesse aumentare la velocità in infinito.
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Inquisitore S. Marco Marzo Villes Arcetri
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