Ma che io ricorra mai a dire che queste varietà dependano dalle diversità
di materie, non solo differenti di specie, come legno, ferro, marmo, ma anco della medesima specie, essendo tante diversità di saldezza tra una sorta di legno ed un'altra, ed anco nell'istesso legno, secondo che è tagliato dal tronco o dal ramo, di una stagione o di un'altra, vicino alla radice o alla vetta; sarei veramente troppo debole a volere arrecar queste notissime contingenze per ragione di effetti necessari e forse fin ora non perfettamente penetrati dalli artisti scientifici. Di queste resistenze de' corpi solidi all'essere spezzati parlo io nel secondo Dialogo, dimostrando molte conclusioni utili e dirò anco necessarie da esser sapute dal meccanico teorico, delle quali sono per additarne alcuna: qual proporzione abbiano tra di loro le resistenze di due prismi o cilindri solidi, egualmente lunghi, all'essere spezzati; e finalmente qual sia quella de' diseguali in lunghezza e grossezza: sicchè conosciuta la resistenza di un picciol chiodo, o di una piccola caviglia di legno o di qualsivoglia altra materia, io potrò dimostrativamente sapere le resistenze di tutti i chiodi, di tutti i pali, di tutte le catene di ferro, di tutte le travi, travicelli, antenne, alberi, ed in somma di tutti i solidi di qualsivoglia materia, rimossi però gl'impedimenti accidentari, di nodo, tarli, ec. In oltre, essendo noto per l'esperienza che la medesima trave o catena di ferro è meno atta a reggere un peso che gli sia attaccato nel mezzo che verso l'estremità, si cerca qual sia la proporzione che abbiano fra loro le resistenze di tutti i punti, più o meno lontani dal mezzo; e trovata qual sia tal proporzione, passo a dimostrare quanto si potrebbero andare assottigliando detti travamenti o catene, acciò fussero in tutte le loro parti egualmente resistenti, e dimostro qual figura doverebbero avere con alleggierimento notabile del lor proprio peso.
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Dialogo
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