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      Et quel voto solo che con tanta gentilezza et gravissima prudenza V. S. Ill.re si degna fare, che truovino pur nuove machine li suoi nemici, ch'ella gliene renderà grazie se le hanno da fruttare le dolcezze ch'ella sente negli officii de compassione ch'ella riceve da gli amici et servitori, non merita meno appresso la posterità, a mio giudicio ben che debole, che gli apothegmi più celebri di tutti gli savii della Grecia antiqua. Et la confidenza con la quale ella degna discredersi meco, mi rapisce il cuore del tutto: di che rendendole quelle maggior grazie che posso, le fo humilissima riverenza, et preggo dal Signore la continuata felicità interna et l'acquisto dell'esterna, quando piacerà alla D. Ma.tà
     
      Di Aix, alli 1° Aprile 1635.
      Di V. S. molto Ill.reDevotiss.o et Oblig.mo Ser.re
      Di Peiresc.
     
     
     
      3105**.
     
      ROBERTO GALILEI a GALILEO [in Arcetri].
      Lione, 2 aprile 1635.
     
      Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 140. - Autografa.
     
      Molto Ill.e Sig.r mio e P.ne Oss.mo
     
      Ancora che già la gita passata(773) sapevo la ricuperatione di quel piegho mandatoli per Marco Mancini, non di meno, essendomi certificato da V. S., veramente mi ha dato la vita, chè ne ero in grandissimo travaglio.
      Adesso per questo corriere Francesco Tulini mando altro piegho, statomi caldamente raccomandato dal S.r Diodati; e, conforme suo ordine, l'ò aperto e cavatone una letterina, che viene qui alligata, rifatto il piegho et adirittolo con semplice coperta al S.r Ridolfo Miniati, il quale ha ordine, o lui o mio fratello, di rendegline nel'istessa maniera.


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Le opere di Galileo Galilei
Volume XVI. Carteggio 1634-1636
di Galileo Galilei
Barbera Firenze
1964-1965 pagine 744

   





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