Nè credo che con tutti quegli ordini del Supremo Tribunale si possa impedire la subsistenza delle sue opere, così delle publicate come delle publicande; per le quali, poi che così occorre adesso, la supplico di provedere a buon'hora che non rimanghino costì tutte a discretione de' suoi emuli, et di risolversi a mandarne qualche copia di qua da' monti in man d'amici che le possino conservare et publicare a suo tempo. Ben vorrei ch'ella si contentasse di non premere alcuna edition nova mentre si sta in qualche speranza ch'ella possa ottenere qualche solevatione delle sue gravezze, per ogni buon rispetto, non potendo io per ancora perdere tal speranza, nonostanti le raggioni di stato delli suoi nemici o zelanti, mentre starò aspettando la riuscita dell'ultima proposta fatta all'Em.mo C. Padrone(814) di quella machina del P. Lino(815). Alla quale, se non giovasse sola, son per aggiongere certe mie esperienze et osservationi non communi, in materia della formatione delle pietre et d'un certo moto naturale ch'hanno nell'instante della formation loro, non della sola gravità et caduta d'alto a basso o, come si suol dire, al centro, ma d'una certa vegetatione, che gli dà la figura differente secondo la diversità delle lor specie, come nelli frutti et fiori, et d'una certa virtù di tendere al più vicino corpo solido et d'attaccarvisi fortissimamente, non solamente quando gli si truova sottoposto, ma quando ancora gli sta sopra o da i lati; et quando la lontananza del solido è tale che sia essausta quella virtù vegetante della pietra prima che possa arrivare sino al solido o che dal solido sia attratta sino alla sua superficie, ogni minima porcione di seme petrifico forma un solido intiero separatamente, che ritiene certe figure perfette più o meno, molto mirabili; et poi dalla propria gravità (come se fosse morta la sua vegetatione o vita vegetante) si lascia cadere al fondo.
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Supremo Tribunale Padrone Lino
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