Don Benedetto Castelli.
Fuori, d'altra mano: Al molto Ill.re Sig.r P.ron Col.oIl Sig.r Galileo [Galilei], p.o Filos.o di S. A. Seren.ma
Fiorenza.
3144*.
BONAVENTURA CAVALIERI a GALILEO in Arcetri.
Bologna, 24 giugno 1635.
Bib. Naz. Fir. Mss. Gal.,P. VI, T. XII, car. 160. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.mo
Ho sentito straordinario gusto che ella habbi pur dato compimento alle sue gloriose fatiche et a quella dottrina che è tanto dalle persone studiose stata desiderata, per la quale, come per l'altre già uscite in luce, al dispetto di ogni industria che vi opponghino i malevoli in supprimerle, ella gloriosamente viverà in eterno. Mi dispiace non ne potere assaggiare, poichè è cibo da me sopramodo desiderato. Non creda però, sapendo io il suo pensiero, che mi riducessi a fare questo errore di entrare adesso in simil materie(886), che sono da lei inventate con tanti sudori, portando alcun pregiuditio alle sue rare inventioni, quando bene havessi talento di farlo (del che però non ha da dubitare, attesa la debolezza mia, che sono un niente rispetto a lei). Mi spiace del disgusto che io, posso dire, ignorantemente li diedi con l'occasione dello Specchio Ustorio(887), nel quale venendomi così bene a taglio la linea descritta dal proietto per le settioni coniche, pensando che ella non ne facesse conto più che tanto, mi presi licenza di inserirla in quel libro, credendo che le proteste mie fatte in quello, che era cosa imparata da lei, dovessero più tosto cagionarli piacere che dispiacere, sì come poi conobbi con mia molta sinderesi.
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