Sopratutto la si mantenga sano ed in quella tranquillità d'animo che è sua propia, poichè del resto ogni cosa si supera. Qua lli rassegno per sempre il più vero servitore ch'ella habbia e il più interessato a ogni sua felicità e contentezza, e con fine le bacio le mani.
Di Siena, li 28 Giugno 1635.
Di V. S. molto Ill.reS.r Galileo.
Devot. Ser.
A. Arc.vo di Siena.
3147**.
FULGENZIO MICANZIO a GALILEO [in Firenze].
Venezia, 29 giugno 1635.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XI, car. 127. - Autografa.
Molt'Ill.re et Ecc.mo Sig.r, Sig.r Col.mo
Hebbi la sua gratissima di 18 col supplemento del primo Dialogo, pieno delle solite osservationi, e specolationi.
Non ho potuto essere col S.r Monteverdi, quale sono sicuro è per ricevere gusto grande, perchè nelle sue singolarissime compositioni sempre camina su li fondamenti naturali, con bellissime ragioni di quanto opera.
Il Sig. Filippo Manuzzi è mio particolar patrone. È un sviato, sempre su le galantarie, nelle musiche di certe dame di honore e stima, cantatrici incantatrici. Non lo veggo alle piazze; senza dubbio sarà in villa, ove lo trovarò questa sera, chè siamo vicini; le mostrarò la lettera, e sono certo goderà di far il servitio, perchè è galanthuomo a tutta botta, sebene ha tanta paura delle corna del diavolo, che sempre è armato di coronazze grosse, piene di medaglie, che rassembra uno de questi nostri deformati.
V. S. creda alla mia esperienza: non scriva di suo pugno, e provarà medicina sicura. Dio la conservi, e le bacio le mani.
Ven.a, 29 Giugno 1635.
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