E fra tanto è necessario che io dica a V. S. alcune mie considerationi circa questo negotio.
Prima, io stimo che l'opera non si deva stampar qui in Vienna, ma in Praga o altrove, perchè qui le cose vanno un poco più osservate e ordinate, e potrebbe forse esserci necessaria qualche licenza, che là o non occorrerà o io l'havrò a mio arbitrio; sì che non la cimenterò qui, per non havere un'esclusiva, se per sorte l'ordine che ella mi avvisa(932) fusse penetrato insin qua. Un'altra cagione mi muove, et è perchè qui è quel P. suo avversario, del quale mi fece mentione nell'altra sua(933); e come sono curiosi, potrebbe penetrare tal fatto, e cercar di impedir l'impressione, o scrivendo a Roma o altrimenti, perchè mi vien detto che non resta di haver alienatione d'animo da lei, e che però ha scritto et ottenuto facilità da' superiori suoi di Roma di stampare qualche sua opera(934), nella quale inserisce l'istoria del Dialogo di V. S. e l'abiuratione fatta da lei, con la sentenza seguitane: pure non so se è vero sicuramente, perchè lo so solamente da un amico che dice haver di ciò penetrato qualche cosa. Per questa cagione adunque stimo meglio che l'impressione non si faccia qui. Io son per andare in Boemia presto, e trattenermivi forse tutto l'anno presente e più, nel qual tempo spero di poterla servire bene, perchè ivi sono stampe forse megliori che qui, e nella città di Praga in particolare, e se mi succederà un pensiero, ne troverò delle megliori ancora; et in qual si voglia luogo e modo procurerò che sia, per il possibile, bella e corretta.
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