S.r Gal.oDevotis.o e Oblig.mo Ser.re e Dis.lo
Don Benedetto Castelli.
3196*.
RAFFAELLO MAGIOTTI a GALILEO in Firenze.
Roma, 18 ottobre 1635.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. I, T. XI, car. 151. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio S.
L'arrivo, il riposo, et il ritorno del P. Francesco(989) non m'hanno data altra occasione che di scriver queste quattro righe. Il conferire, l'imparar da lui, che ha conversato tanto tempo con V. S. E., non è stato possibile. Egli s'è ritirato a Monte Cavallo nel proprio noviziato, et io, che ho molti intrighi, non ho potuto mai vederlo. L'uscir in sua compagnia fuora di Roma, come verso Frascati, non era molto sicuro per me, non essendo in questi paesi per quattro mesi continui piovuto. Pur io accuso più tosto me di poca diligenza nell'affrontar l'occasioni, che lui di poca cortesia nel conferire. Confesso bene invidiargli fuor di modo la commodità ch'egli ha havuto et haverà di conversar et imparar sempre da V. E.; non ch'io desideri privarlo, ma d'esser a parte ancor io, di sì dolce e sì util conversatione. Pur mentre questo non m'è concesso, potess'io almeno veder una volta quelle opere ch'io tanto desidero e che lui ha potuto goder a suo talento. Non intendo però d'infastidirla, ma solo di ripercuotergli la memoria.
Quanto alle mie grandezze(990), quali durorno dua giorni soli, ne trattai a pieno con il P. Francesco, e lui potrà renderne minuto conto. Non dirò che mi rincresca d'haver persa qualche commodità di giovare agl'amici, per non fare (come si dice) una cortigianeria; ma più tosto dirò, esser stato bene ch'io habbia persa l'occasione di diventar cortigiano.
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