El libraro dice in oltra, che l'ignoranza de la lingua italiana in queste contrade desiderarebbe ch'el detto trattato fusse latino; ma di tutto ciò V. S. ne disporrà al suo piaccere: e como che sia, farò stampare le dette opere con grandissimo gusto, e già s'incomminciano a intagliare le figure sparse ne i sui Dialoghi, sopra i quali ho notato alcune cose et mandato il mio parere a V. S.(998); ma non so si in ciò ha voluto compiacere a la mia debolezza, non avizandomi, overo che lei non habbia ricevuto la mia lettera. La pregho mandarmene la sua openione, perchè mi sarà sempre gratissimo d'imparare di maestro tanto meritevole. Qui pongo fine, la fretta del corriero non mi dando licenza di trattenermi con V. S. tanto tempo ch'io havessi desiderato, e questo mi servirà di scusa per gli errori commessi nella favella; ma restarò sodisfatto d'essa, pur che poscia esprimere i più cari concetti del mio core, el quale assicura V. S. ch'è per sempre aquistato a i sui meriti. Baccio le mani con ogni affetto e riverenzza.
Di Tolosa, li 21 Octobre 1635.
Di V. S. molto Ill.e
[vedi figura 3199.gif]
Fuori: Al molto Ill.e Sig.r mio, Pad.n mio Osser.o,
Il Sig.r Galileo Galiley, inFiorenza.
3200.
BONAVENTURA CAVALIERI a [GALILEO in Arcetri].
Bologna, 23 ottobre 1635.
Bibl. Naz. Fir. Mss. Gal., P. VI, T. XII, car. 171. - Autografa.
Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r e P.ron Col.mo
Ella mi dice nella passata ultima sua lettera sotto il 13 Ottobre di havermi scritto un'altra lettera, con accennarmi in quella di haver visto li miei due problemi risoluti per luogo solido(999), ma io non l'ho ricevuta.
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