Posso assicurare V. S. e senza adulasione alcuna, che il S.r De Peresce l'honora et rispetta sopra qualsivoglia huomo del mondo, e sempre va procurando qualcosa per la sua sollevatione, per poterli, in scrivendo, darli qualque buona nuova: e già è chiaro e manifesto a tutti il torto che ingiustamente li viene fatto; ma le sua virtù e sua scientia ne sono sole la causa, invidiate dalla ignorantia e dalla rabbia. E io con questo li faccio con ogni dovuto affetto reverentia, pregandoli da N. S. ogni vero bene.
Di Lione, questo dì 29 di 8bre 1635.
Di V. S. molto Ill.eS.r Galileo Galilei.
Ser.re Obig.mo e Par.te Dev.moRub.to Galilei.
Fuori: Al molto Ill.e mio S.r e P.ne Col.moIl S.r Galileo Galilei, Matt.co primario di S. A. S.
In Firenze, in Arcetri.
3203.
GALILEO a GIO. CAMILLO GLORIOSI [in Napoli].
Arcetri, 30 ottobre 1635.
Dalle pag. 146-151 della IOANNIS CAMILLI GLORIOSI Exercitationum Mathematicarum decas tertia. In qua continentur varia et theoremata et problemata, tum ei ad solvendum proposito, tum ab eo inter legendum animadversa. Neapoli, ex typographia Secundini Roncalioli, MDCXXXIX.
La seconda deca delle Esercitationi Matematiche di V. S. molto I.(1008) mi fu resa 4 giorni fa; alla quale ho dato una vista, per questa prima, correntemente, con pensiero di riveder più posatamente, non dirò il tutto, ma quella parte che dalla mia già per la grave età consumata memoria mi sarà conceduto, la quale è ridotta così al poco, che mi abbandona nel voler rivedere molte delle dimostrationi già tempo fa ritrovate da me medesimo.
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